martedì 15 dicembre 2009

Musulmani e integrazione

Qualche giorno fa ho letto un velenoso articolo sui musulmani in Olanda. Non intendo riportarlo perché anche se i contenuti sono veritieri, ritengo che divulgare questo tipo di messaggi, sia utile solo a diffondere odio e pregiudizi, i principali nemici dell’integrazione.
Riflettevo sul fatto che si è notato come in linea di massima, quando i musulmani arrivano in Europa, si leghino maggiormente alle loro tradizioni e adottino costumi che spesso non utilizzano nei loro paesi. Perché avviene questo? Forse è solo una reazione e un modo per proteggersi perché improvvisamente si trovano catapultati in un ambiente completamente diverso dal loro, che sentono estraneo e dove spesso vengono additati e giudicati anche ingiustamente.
Ho avuto l'impressione che al Sud i problemi di integrazione siano meno gravi. I musulmani fanno amicizia, parlano il dialetto, molte donne non portano il velo, anzi sfoggiano folte chiome colorate, partecipano attivamente alla vita delle comunità e addirittura addobbano un albero di Natale. Come mai?
Probabilmente perché al Sud la presenza di musulmani è inferiore e il primo approccio è a costumi più simili ai loro, ma forse anche perché al Sud, lo stile di vita rende le persone meno indifferenti e più disponibili al dialogo.
Allora forse basterebbe parlare, conoscersi, scambiarsi delle idee, studiare la diversità e mettere in luce ciò che di positivo c’è nella nostra e nella loro cultura, sfruttarne gli aspetti migliori come la cucina, l’arte, la saggezza, e non guardare necessariamente l’altro pensando che si tratti di una persona immorale da una parte e dall’altra, di una persona che è più indietro.
Per arrivare a un punto di incontro, forse sarebbe sufficiente non generalizzare, discutere, senza alzare le voci e senza alterare i toni, nel massimo rispetto gli uni degli altri, analizzando e ritenendo ciò che di buono c’è in chi ci sta di fronte.
Come si fa di solito quando ci si incontra per la prima volta, se non ci si piace dopo essersi scambiati delle idee, ognuno può scegliere di stare con altre persone, con la consapevolezza che ogni essere umano è unico.

3 commenti:

  1. Riconoscere negli altri le similitudini è più difficile che riconoscerne le differenze.
    Il simile scioglie il simile e inevitabilmente ci si contagia a vicenda.

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  2. Si parla di integrazione e di diritti dell'uomo, se ne sente discutere davvero tanto in questo ultimo periodo, è come se le persone di colpo, dalla fatidica data del 1948 quando venne sancita la "dichiarazione universale dei diritti dell'uomo", si fosse improvvisamente accorta che tale sanzione avveniva solo sulla carta e non sullo stato di fatto degli eventi. Ricordiamoci che in Europa la schiavitù non esiste più da molto tempo prima di quella data ed esattamente dal X secolo, quando i re cristiani, intervenendo direttamente sulla chiesa, estesero i sacramenti a tutti gli uomini, senza distinzione di razza. Sebbene l'europa si fregia di tale onore allo stesso tempo si macchia di una ennesima vergogna, è proprio dall'europa che cominciano le tratte degli schiavi e la parola stessa "schiavo" deriva dallo Slavo.
    In realtà, la schiavitù non ha mai avuto termine e sebbene abbia preso nomi diversi, quali servitù o sfruttamento, continua a pesare sulla condizione di milioni di uomini, che si riducono a esseri senza più dignità, animali di cui nessuno si preoccupa, bestie da soma, il quale unico compito è produrre per il padrone e la quale unica ricompensa è l'essere lasciato in vita.
    Sembra assurdo come a distanza di circa 60 anni da quella data, possano ancora esistere sulla terra ignoranti di dimensione tale da considerare le varie etnie diverse tra loro, specie in un mondo dove la cultura ha aperto le frontiere e globalizzato il mondo. Mi viene da pensare che, come è solito, tutto questo sia stato fatto per pochi e nn per tutti!!! ci si nasconde dietro la volontà della massa per compiere i più atroci delitti!!
    Esiste una sola parola per indicare tutti gli individui del pianeta ed è "ESSERI UMANI", non esistono neri, gialli, bianchi e chi più ne ha più ne metta, non esiste la diversità e non ha senso di esistere la PAURA per il diverso, tutti noi siamo diversi a prescindere dal colore della nostra pelle.
    La storia ci insegna quanto sia importante abbattere i muri e quanto ci sia da imparare dal confronto di barriere aperte. Tutto ciò che ci è ignoto, non dovrebbe scoraggiarci, ma invogliarci a sapere. Ma la realtà non è questa, queste sono solo belle parole di uno come tanti, di un essere che combatte giornalmente per un briciolo di dignità. Questa società è la nuova padrona, di cui tutti noi siamo schiavi e la cosa comica e che questa volta l'abbiamo voluta noi.
    Lei è la sola immortale, la sola in grado di sporcarsi nel nome del progresso e noi sopravviviamo in essa. -Saro-

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  3. Condivido sia il pensiero di Francesco che quello di Saro.
    Ho pensato all'integrazione dei musulmani perchè da quello che si sente, è una delle più complicate.
    Effettivamente ci sono posti dove il problema dell'integrazione - di musulmani e non - si pone realmente, per i più svariati motivi. Succede sempre quando culture diverse vengono a contatto proprio perchè tutti gli esseri umani hanno pregiudizi che spesso provengono dalla propria cultura. A complicare il tutto, si creano situazioni spiacevoli che non mettono affatto in luce le similitudini, anzi creano tensione.
    Come dice Saro, spesso questo succede per la carenza di informazioni. Se si riuscisse a diffondere in modo capillare buona informazione, credo che si risolverebbero molti problemi, non solo quello di cui stiamo discutendo.

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