domenica 7 febbraio 2010

Formare un modo nuovo di vedere le cose

Sembra che le ragioni del sottosviluppo di alcune aree geografiche siano da ricercare proprio nella mentalità dominante.
Un modo di pensare che tanto per fare qualche esempio, l'immigrazione, la diffusione di informazioni corrette su come si vive in altri paesi, lo studio dell'educazione civica e altro potrebbero contribuire a modificare.

Tanto per iniziare, ci sono aree che ancora oggi non riescono ad evolversi perchè non esiste la mentalità della cooperazione.

Alcune regioni non crescono perchè manca la collaborazione tra i cittadini, non si rivendicano i propri diritti perchè ognuno pensa a se stesso e così alcuni paesi vengono praticamente abbandonati per andare altrove, dove esiste la mentalità della cooperazione.

Chi rimane pensa che, per stare bene, sia normale e corretto prevaricare in qualche modo gli altri: appropriarsi abusivamente delle loro proprietà, creare discariche a cielo aperto - non importa se nei pressi delle falde acquifere -, sfruttare l'onestà e il lavoro degli altri, senza neanche pensare quanta soddisfazione ha chi ha realizzato qualcosa con i propri sforzi.
Il tutto con l'appoggio di chi governa, degno rappresentante di chi lo ha eletto.
Quanto ci sarebbe da imparare anche solo dagli studenti svedesi per i quali solo copiare è una vergogna.

Ma proseguiamo.

Spesso manca del tutto il senso del "bene comune": quel bene che è di tutti, che si fa' con i soldi di tutti, che serve a fare stare bene tutti, che si riflette su tutti. Il bene comune è il bene di ognuno di noi e se aumenta, cresce il benessere di ognuno di noi.
I comuni dovrebbero scriverlo in ogni angolo delle città.

Alcune società non crescono perchè non ci si abbassa a fare certi lavori, perchè le mamme ci pensano come se fossero una vergogna e non vorrebbero mai che i figli li svolgessero.
E così non c'è chi coltivi la terra, non si trovano più gli utilissimi calzolai o i falegnami che tanti pagherebbero molto bene, non si trovano bravi professionisti.
Ci sono tanti avvocati, ingegneri, ma tra questi è difficile trovare una persona veramente competente nel proprio settore, spesso proprio perchè si è scelto di seguire un percorso di studi per fare piacere ai genitori o per darsi importanza.

Ma che senso ha che in alcuni paesi quasi tutti i laureati siano medici e gli altri lavori siano ritenuti di minore utilità? Se non ci fosse chi lavora la terra nessuno di noi potrebbe vivere.
Se l'istruzione italiana non è più valida non è anche perchè troppa gente è stata costretta a seguire corsi di studi ai quali non era interessata? Non sarebbe stato meglio formarli bene per un'attività per la quale si sentivano portati?

"Si lavora dove si trova lavoro" diceva con estrema umiltà una persona che proveniva dalla Svizzera tedesca e che pure aveva di che vantarsi. Quanto è più avanti questa opinione rispetto ad altre che ho sentito da qualcuno che sostiene che una persona che ha tanto studiato non possa svolgere lavori che agli occhi di tanti sono troppo umili.

Ricordo che anche i ragazzi tedeschi, mentre studiavano per laurearsi, si sostenevano facendo assistenza o lavorando in qualche locale. Non rimanevano mai con i genitori in attesa di avviare una propria attività o di potere lavorare nel proprio settore, perchè tutti i lavori servivano a fare esperienza.

Certo, purtroppo c'è un abisso tra il Nord Europa e alcune regioni dove le famiglie preferiscono non fare lavorare i figli perchè i diritti dei lavoratori spesso non sono tutelati. A volte è vero, altre volte si tratta solo di scuse e il tutto va a discapito dei giovani che così non maturano adeguatamente e non imparano nè a destreggiarsi nel mondo del lavoro, nè a rivendicare i propri diritti.

Se tutti i giovani lavorassero forse imparerebbero a cooperare per rivendicare i propri diritti.

Ci sono paesi dove non è tanto importante l'attività che si svolge, quanto che la si svolga con passione e con estrema competenza. E in questi posti ogni lavoro acquisisce importanza e queste società progrediscono.

Quanto sarebbe più avanti la nostra società se ognuno di noi svolgesse un lavoro che lo appassiona.

Sembra quasi che in alcune zone non esista la mentalità del lavoro.

Mi viene in mente allora anche il problema della corretta erogazione del denaro pubblico.
Erogare contributi a fondo perduto a chi non li sa sfruttare, non è solo un dispendio inutile di denaro? Si dovrebbe premiare chi ha dimostrato di saperli utilizzare, i meritevoli, non chi li ha sfruttati costruendo un'industria che ha lavorato un giorno per poi essere dismessa.

E allora è utile erogare contributi per costruire una società più ricca, ma altrettanto opportuno e sensato è investire in formazione. Innanzitutto per creare una mentalità nuova e poi per ripartire la ricchezza equamente dando lavoro a chi pensa di dovere lasciare la propria terra.

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